Produzione Artistica

Pietro "Totò" de Conciliis racconta la produzione artistica dei Tacabanda

Non ho mai capito cosa faccia di preciso il produttore artistico, o meglio non mi sono ancora del tutto chiari i confini di questa figura professionale. Alcune cose che sicuramente fa il produttore artistico sono curare il suono del gruppo, definire gli arrangiamenti in accordo con autori e musicisti e coordinare le sessioni di studio. Queste cose le ho sempre fatte io per i dischi dei Tacabanda, mentre di altri aspetti di carattere più discografico, o manageriale non mi sono quasi mai occupato, per lo meno non in modo esclusivo.

Oggi credo che per una figura di questo genere sia imprescindibile l'uso del computer e dei software per l'audio editing, ma esisteva anche prima dell'avvento dell'informatica. Il produttore artistico è normalmente una persona che di musica ne capisce, anche se non è detto che debba per forza essere un musicista. Forse oggi è più facile trovare in questi ruoli musicisti e arrangiatori, mentre in passato erano persone con inclinazioni più manageriali ed esperte del mercato discografico. Io ho cominciato ad usare il software quando c'era ancora l'Atari, si usavano solo dispositivi elettronici MIDI e gli studi erano ancora completamente analogici e poi mi sono evoluto cercando di stare al passo con la tecnologia, un po' come tutti, in tutti i campi che hanno vissuto l'avvento dell'informatica.

Ho sempre arrangiato i nostri brani, sia questi ultimi, che quelli dei dischi precedenti, questo si deve anche al tipo di rapporto e al modo di lavorare che ho da sempre con Roberto. Lui è l'autore, quando crea un pezzo ne fa una prima stesura che poi passa solo a me, di qui la gestazione del brano può essere più o meno articolata, ma alla fine penso di poter dire che i brani dei Tacabanda passano sempre dalle mie mani prima di assumere la loro forma.

TACABANDA Pietro De Conciliis Redentore Forte Marghera 20/07/2019
foto di Mario Lumetti

Per i brani nuovi ho curato la pre-produzione, che è una registrazione mixata e arrangiata, che si fa prima di andare a suonare la parti in studio di registrazione. Tranne L'urlo che è un pezzo un po' anomalo da questo punto di vista, perché è nato quasi interamente in sala prove dal gruppo. È stato il periodo in cui Roberto aveva rimesso in piedi la band nel 2017 e io mi ero tenuto un po' in disparte, anche perché inizialmente non c'era la volontà dichiarata di produrre materiale nuovo. Poi invece l'esigenza espressiva è inevitabilmente tornata fuori e Roberto mi ha chiesto di tornare a lavorare con la band per i brani nuovi, così come eravamo abituati a fare. Quindi su L'urlo ho messo poco le mani e mi sa che è l'unica canzone dei Tacabanda ad essere nata così. Di solito Roberto prepara una bozza di brano alla chitarra, normalmente con il testo completo, ma non sempre, e lo stesso vale per la parte strumentale, accordi, armonia, riff e quant'altro e poi li passa a me. Ora usiamo Whatsapp, una volta lo facevamo con le mitiche cassettine. A questo punto mi metto al lavoro sulla sua idea e faccio l'arrangiamento: aggiungo basso, batteria e quel che serve, perché me la cavo con vari strumenti (anche se il mio sarebbe la batteria) e riesco a sfruttare sufficientemente bene il software. Detta in breve è così, in realtà tra me e Roberto queste fasi si concretizzano in un infinito andirivieni di bozze con relative riflessioni e modifiche fino a che non ci riteniamo soddisfatti.

Penso che una differenza rispetto al passato sia che sui nuovi brani ho lavorato di più sulla ritmica, mentre in passato tendevo a lasciarla inalterata. Si tratta di cose che vengono piuttosto spontanee, ma credo si debba al fatto che la nostra musica sta cambiando, o forse è cambiata perché siamo inevitabilmente cambiati noi, ma ce ne accorgiamo solo nel momento in cui andiamo effettivamente a comporre.

Pietro De Conciliis e Francesco Boldini in studio di registrazione

Dato che siamo una band, di solito non indugio troppo sull'arrangiamento, preferiamo andare prima in sala prove a sentire come viene il brano con i suoni veri. Anzi è l'arrangiamento stesso ad essere pensato per gli strumenti e i musicisti che li suoneranno. Proviamo i brani come se fossimo dal vivo e sulla base di tali prove si ritorna a sistemare l'arrangiamento della canzone. Abbiamo sempre lavorato così per i nostri dischi, tranne che per Razza Bastarda che si può dire un disco fatto a quattro mani, le mie e quelle di Roberto, più qualche amico, ospite in alcuni brani.

Pietro De Conciliis con Alberto D'Amico in studio di registrazione

Quello è stato un disco che abbiamo fatto in due, tutto nella nostra vecchia sala prove di Marghera a cui dobbiamo pure un bel po' di ispirazione per le atmosfere etno-industrial che emergono in vari brani. Razza Bastarda ha avuto una pre-produzione molto più raffinata prima di andare in studio di registrazione, dove ci siamo avvalsi anche di altri musicisti e di una cantante. Per contro ci sono brani che sono stati suonati dal vivo prima di essere registrati, come ad esempio La danza contenuta in ...El Suk ..., che è stato eseguito più volte dal vivo, anche in una nostra apparizione su VideoMusic, ma la versione che abbiamo registrato in seguito sul disco è un po' diversa. Il fatto è che suonandoli anche i pezzi possono prendere delle pieghe in qualche modo naturali, come se si evolvessero durante le performance, cosicché qual che finisce poi sul disco non è più la versione iniziale.

Abbiamo sempre puntato sulla componente live dei nostri pezzi anche per la versione di studio e continuiamo a farlo, con tutte le differenze che ci sono in noi, come in tutto il resto, dopo quindici anni di pausa di riflessione musicale. Differenze che stiamo metabolizzando proprio grazie al lavoro sui pezzi nuovi. Differenze di tempi, modalità e mezzi operativi, ci si vede meno, ma si condivide di più, in primis con l'instant messaging e anche il processo creativo si adegua al nostro stile di vita. Ora, quando Roberto mi passa un pezzo ancora allo stato embrionale, ho preso l'abitudine di insistere per farmi raccontare da lui delle impressioni, delle immagini che può associare al brano per capire meglio come dovrebbe venire, che cos'è, come lui sente il pezzo, quasi di immaginare un video. Così riesco a lavorare meglio sugli arrangiamenti e forse a metterci anche più passione.

Quando poi si presentano i brani dal vivo è abbastanza normale che non siano identici alla versione registrata e nel tempo può darsi che il brano si evolva proprio dal punto di vista dell'arrangiamento per una migliore resa live. Essere tornati a suonare in giro con i Tacabanda mi fa sempre un grande piacere. Sarà questione di quella giusta tensione che si crea prima, durante, dopo il concerto che fa rilasciare gli ormoni giusti, o sarà qualcos'altro, ma sta di fatto che il live mi fa star bene.

Pietro De Conciliis TACABANDA Live percussioni
foto di Mario Lumetti