Come nasce una canzone dei TACABANDA?

Come nasce una canzone dei Tacabanda secondo Roberto Gandolfo

Prima il testo, o la musica?

Credo che sia una delle domande che più di frequente ho sentito porre nelle interviste a musicisti e cantautori. Non credo ci sia un metodo giusto, che sia necessario partire dal testo e poi aggiungere la partitura, o viceversa, oppure che le due cose possano nascere simultaneamente. Di certo c'è che i due aspetti devono, o almeno dovrebbero, essere ben più che relazionati tra loro, si deve tendere ad un'unione pressoché simbiotica. Se questo accade già con l'incipit del lavoro, nelle prime ispirazioni, sicuramente bravura ed esperienza fanno la loro parte, ma anche un ringraziamento alla propria buona stella direi che è quantomeno dovuto, soprattutto se poi il pezzo funziona.

Roberto Gandolfo studio di registrazione Tacabanda

Per sgombrare il campo da dubbi, ammetto che di norma io parto dalla musica. Prima arriva la melodia, o un giro di chitarra e poi costruisco il testo, raramente mi è capitato il contrario, quindi possiamo dire che le canzoni dei Tacabanda partono da un'idea musicale.

Messa così sembra quasi che il testo sia secondario, che arrivi dopo, in qualche modo a cose fatte, ma non è proprio il mio caso. È una sorta i reazione a catena che lega saldamente in cascata la prima ispirazione, i primi accordi, i primi versi.

Tacabanda Roberto Gandolfo registrazione voce

Qui per me la descrizione si fa più difficile, perché dovrei raccontare in modo quasi scientifico una successione di cose che accadono dentro di me, in certa parte direi quasi inconsce e spesso repentine nei loro passaggi. La genesi primordiale parte da una necessità e da quel certo non so che, che mi dà una strana sensazione di eccitazione. Un po' come quei momenti che sembra di staccarsi dalla realtà, come camminare sopra le nuvole ed entrare in quella dimensione che può durare una notte, oppure diversi giorni, in cui si è in simbiosi con il proprio cervello e null'altro, non c'è bisogno d'altro. Solo la chitarra, una matita e un foglio di carta, anzi solitamente uso un vecchio librone dove ho appunti di canzoni da 30 anni, gonfio di fogli e foglietti sparsi, un caos dove solo io riesco a trovarmi.

Tacabanda Live Roberto Gandolfo Frontman
foto di Mario Lumetti

Una volta che l'idea musicale comincia a muoversi sulle sue gambette, l'idea del testo mi piomba addosso in maniera violenta e perentoria, non mi molla mai finche non scrivo l'ultima riga. Può scaturire da un viaggio (penso a Pivo Sekana), dalla lettura di un libro, un film, un articolo di giornale, o soltanto dalla voglia di scrivere, come per esempio il testo de Ariva i barbari in cui ho aggiunto al testo di Alberto D'amico alcune strofe. Sentivo la necessità, l'urgenza di scrivere di una Venezia di oggi, palpabile, un mio vissuto quotidiano in dissonanza con i miei ricordi di gioventù, quando la città era diversa. Oppure quando si è trattato di scrivere del mio vecchio barbiere (storia di Alvise), dove tutti i ragazzini andavano a tagliarsi i capelli e, tanto per non discostarsi tanto dal tema precedente, oggi al suo posto c'è una gelateria.

Una volta finita questa specie di full immersion tra accordi e parole, la cui durata non sono mai riuscito a preventivare, la canzone è tutt'altro che finita. Nella migliore delle ipotesi ho ben chiaro in testa cosa voglio esprimere ed è ora di chiamare in causa Piero per sentire cosa ne pensa, che sensazioni prova e come si potrebbe cominciare a lavorare sugli arrangiamenti. Qui inizia una fitta ramificazione di condivisioni di file (oggi file, anni fa c'erano musicassette che andavano e venivano fino a smagnetizzarsi), di incontri, discussioni e a volte anche il testo subisce dei ritocchi, fino ad arrivare ad un prodotto sufficientemente finito da poterlo cominciare a suonare con il gruppo in sala prove. E ancora non è finita, perché una band è tale se ognuno riesce ad apportare il suo contributo, cosicché non è affatto raro nella storia dei Tacabanda che dalla sala prove, piuttosto che dalle sessioni dal vivo, siano emersi altri aggiustamenti alla melodia, agli assoli, ma anche all'atmosfera generale del brano. Sì, l'ho detto: i brani dei Tacabanda spesso vanno prima sul palco che in studio di registrazione. Penso che tanto dal punto di vista del gruppo rock, quanto da quello del cantautore, privilegiare la dimensione live sia un valore aggiunto.

Roberto Gandolfo - Pietro De Conciliis - Francesco Boldini al mixer